Marlene Engelhorn e la ridistribuzione della ricchezza

Circa diecimila persone residenti in Austria stanno per ricevere per posta una richiesta piuttosto singolare: far parte della selezione di un gruppo di lavoro che dovrà decidere come spendere i 25 milioni che Marlene Engelhorn, rampolla di una ricchissima famiglia tedesca, ha ricevuto in eredità.

Marlene Engelhorn

Non è una truffa e nemmeno una mossa di marketing.

Anzi.

L’ereditiera ha dichiarato che si tratta di un modo per sfidare quello stesso sistema che le ha permesso di accumulare una cifra così importante.

La ridistribuzione della ricchezza

Trentun’anni, austriaco-tedesca nata a Vienna, Marlene Engelhorn da anni si batte da anni affinché le politiche fiscali ridistribuiscano le ricchezze ricevute in eredità e affrontino le disuguaglianze economiche proprio attraverso l’imposizione della tassa di successione. In mancanza di una tale tassazione, l’ereditiera e attivista austriaca si rivolgerà a un gruppo di persone, il più rappresentativo possibile della popolazione austriaca, per decidere come devolvere la fortuna che le è arrivata per via ereditaria dalla nonna, Traudl Engelhorn-Vecchiatto, morta a settembre 2022.

Marlene Engelhorn è discendente di Friedrich Engelhorn (1821–1902), fondatore della Badische Anilin- & Soda-Fabrik AG (BASF). Sua nonna aveva sposato Peter Engelhorn nel 1955, pronipote del capostipite Friedrich e socio di Boehringer-Mannheim-Gruppe, azienda farmaceutica e di apparecchi medici per la diagnostica, la cui vendita delle quote a Hoffmann-La Roche nel 1997 ha fruttato agli azionisti undici miliardi di dollari. Grazie a una holding creata da Curt Engelhorn (altro pronipote di Friedrich Engelhorn) alle Bermuda, questa transazione è rimasta esente da tasse in modo legale in Germania, Austria e Svizzera.

Prima che il progetto Guter Rat für Rückverteilung (Buon consiglio per la ridistribuzione) venisse annunciato, Marlene Engelhorn si era già impegnata pubblicamente a donare almeno il 90 percento della sua eredità multimilionaria, in linea con i principi dei gruppi di attivisti di cui fa parte, un crescente movimento di giovani milionari politicamente orientati a sinistra che si battono per una maggiore tassazione della ricchezza ereditata.

L’imposta di successione e la tassa sul patrimonio in Austria

L’Austria è quinta nella classifica dei paesi UE per densità più alta di milionari. L’uno percento più ricco possiede la metà della ricchezza totale, mentre la metà più povera della popolazione deve accontentarsi del totale del tre percento.

La tassazione sui patrimoni è in diminuzione da decenni: per ogni cento euro di tasse incassate dallo Stato, ottanta provengono dai redditi da lavoro e dai consumi e solo quattro euro derivano dalle imposte sul patrimonio.

L’imposta di successione è stata abolita nel 2008.

In generale, una tassazione ben studiata permetterebbe di colpire soltanto i capitali davvero ingenti: secondo il sito del progetto, si stima che anche con un’esenzione fino al milione di euro, il 96-98% di quelli che riceveranno un’eredità in futuro, non ne verrebbero colpiti.

Il Buon Consiglio

Sulla scelta di rimettersi alla decisione di persone a lei sconosciute, Engelhorn ha dichiarato che un buon piano ha bisogno di molte prospettive non solo da parte della persona che eredita.

“Solo perché desidero migliorare lo stato della nostra società non significa che io abbia un buon piano“, da qui l’esigenza di selezionare un campione di cinquanta persone, in base a fattori demografici come il genere, l’età e il reddito.

Il requisito essenziale è l’età, 16 anni, e la residenza in Austria; non è necessario che i membri siano cittadini austriaci o che parlino tedesco; non è nemmeno richiesto che sia esperti in materia economica e fiscale o che addirittura condividano le idee dalla promotrice dell’iniziativa.

Il gruppo Guter Rat für Rückverteilung si riunirà a Salisburgo per sei weekend per ascoltare il parere di alcuni esperti su questioni come la distribuzione della ricchezza e il finanziamento delle organizzazioni non governative, e per discutere come destinare al meglio l’intera somma.

Per ogni fine settimana di lavoro, i membri del gruppo riceveranno un compenso di 1.200 euro e naturalmente saranno coperti i costi di vitto e alloggio, trasporto, così come i costi per affrontare eventuali impedimenti alla partecipazione, come i servizi di baby-sitting o interpretariato. I partecipanti potranno restare anonimi a meno che non scelgano di parlare pubblicamente.

Sembra che ci saranno ovviamente dei limiti su come i fondi possono essere spesi; non potranno andare a gruppi o persone “incostituzionali, ostili o disumani“, e non potranno essere investiti in istituzioni che hanno scopo di lucro oppure essere distribuiti ai membri del gruppo o a “parti correlate“.

Se il gruppo non riuscirà a trovare una destinazione per la somma, questa verrà restituita all’attuale titolare dei soldi.

Un progetto diverso

Nel frattempo, sempre secondo il sito web, appena sarà istituito il Guter Rat für Rückverteilung Marlene Engelhorn si ritirerà dal progetto e rinuncerà a ogni autorità decisionale, riservandosi la possibilità di commentare le decisioni prese via via, ma senza alcun diritto di veto.

Il progetto si discosta di gran lunga dai metodi che alcuni superricchi usano per fare donazioni, come ad esempio creare fondazioni per cause che sostengono oppure erogare i soldi a organizzazioni già esistenti.

Secondo Engelhorn non è democratico che i ricchi distribuiscano la ricchezza ereditata secondo le proprie preferenze, in quanto la filantropia consoliderebbe solo le relazioni di potere generate da profonde disuguaglianze.

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