A seguito della violazione delle informazioni bancarie di migliaia di persone, tra cui politici e personaggi noti, la procura di Bari ha aperto un’inchiesta nei confronti di Vincenzo Coviello, (ex) dipendente della filiale di Bitonto della banca Intesa San Paolo.
Oltre a Coviello, anche la banca è formalmente indagata, poiché non avrebbe tempestivamente segnalato agli inquirenti gli accessi abusivi.
Violazione delle informazioni: dossieraggio o curiosità?
In 26 mesi, tra il febbraio del 2022 e l’aprile del 2024, Coviello avrebbe compiuto oltre settemila accessi abusivi sui conti correnti e carte di credito di 3572 correntisti di 679 filiali. Quando è stato scoperto, è stato sottoposto a un provvedimento disciplinare e poi licenziato, lo scorso agosto.
Tra i conti correnti oggetto della violazione ce ne sono alcuni eccellenti, come quello della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, della sorella di lei, dell’ex-compagno, di svariati Ministri dell’attuale governo, del Presidente del Senato e di alcuni Presidenti di Regione.
L’indagine è partita a seguito di una denuncia presentata da un correntista della filiale di Bitonto, a cui lo stesso Istituto di credito aveva segnalato un numero anomalo di accessi al suo conto corrente. Durante le indagini i carabinieri hanno scoperto sia l’autore che l’estensione delle violazioni, che non riguardava solo i correntisti della filiale pugliese.
Non si sa ancora cosa avrebbe spinto il dipendente a fare gli accessi, se la curiosità o altri motivi. I giornali parlano di dossieraggio, cioè di una raccolta di informazioni riservate fatta su commissione e a fini ricattatori, anche se non sembrano esserci elementi che possano essere riconducibili a un ricatto.
Dopo un confronto con il suo responsabile, che gli contestava i numerosi accessi abusivi scoperti durante un’ispezione, il dipendente spione si è difeso così: “Ho agito di mia iniziativa e non ho mai stampato né trattenuto copia delle informazioni sui conti, così come non ho divulgato a nessuno i dati visionati e ho smesso di accedere ai conti dei clienti dall’ottobre del 2023“.
L’uomo avrebbe continuato a spiare i conti correnti anche dopo questa data, e l’avrebbe fatto fino ad aprile 2024, come riporta la lettera di contestazione che la banca gli ha inviato il 4 luglio scorso.
Violazione delle informazioni: Intesa San Paolo corre ai ripari
Lo scorso 13 ottobre, Intesa Sanpaolo ha rilasciato un comunicato stampa informa di avere licenziato il dipendente infedele, di avere sporto denuncia come parte lesa, e scusandosi per la grave violazione.
Prosegue rassicurando che non c’è stato alcun problema di sicurezza informatica rispetto alla quale Intesa Sanpaolo si colloca nelle migliori posizioni internazionali.
Il comunicato si conclude, inoltre, sottolineando i livelli di eccellenza dei 100.000 dipendenti, che consentono alla banca di stare ai vertici, a livello europeo e ricordando il ruolo di motore economico e sociale dell’Italia.
Nel frattempo, il Consiglio di Amministrazione di Intesa San Paolo è corso ai ripari istituendo una nuova area riservata alla sicurezza e nominando un Chief Security Officer – Antonio De Vita, un ex Generale dei Carabinieri, esperto in materia di sicurezza informatica – che riporterà direttamente all’Amministratore Delegato della banca.
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