Scritta e diretta dal fumettista romano Zerocalcare, la serie TV Netflix Strappare lungo i bordi (in inglese Tear along the dotted line) ha avuto un grande successo anche fuori dall’Italia.
Se sei stranier* e vivi e lavori a Roma, sicuramente nella tua giornata lavorativa, anche in contesti professionali formali, qualche tu* collega avrà usato il dialetto romanesco.
Il dialetto in genere esprime dei concetti in modo più sintetico e diretto, per questo in alcuni casi lo usiamo anche quando la situazione e l’argomento di cui stiamo parlando richiederebbero un italiano più vicino allo standard.
La serie di Zerocalcare
La serie è il racconto di un viaggio che il protagonista Zerocalcare compie con due suoi amici storici, Sarah e Secco, per andare a trovare i genitori di una loro amica che purtroppo non c’è più.
Durante il viaggio, i racconti e i flashback nella vita del protagonista ci aiutano a capire i rapporti che lui ha con l’amica scomparsa, e anche come si è costruita negli anni la sua visione del mondo e dei rapporti con le persone che gli sono intorno.
Ad accompagnare Zerocalcare in ogni viaggio fisico e mentale, e soprattutto quando le emozioni prendono il sopravvento, c’è un armadillo, sempre pronto a razionalizzare in maniera lucida, brusca (ed efficace).
Il dialetto romanesco
La serie è girata in lingua italiana alternata al dialetto romanesco.
Nessuno di noi, nemmeno la persona più acculturata e istruita, parla la lingua italiana standard in ogni situazione della vita quotidiana, che sia personale o lavorativa.
Alcuni momenti familiari o con gli amici, certi pensieri, certi ragionamenti sulle decisioni da prendere: in alcuni casi ricorriamo al dialetto (che di fatto è una lingua degli affetti) con cui ci sentiamo più liberi di esprimerci.
Tutti i personaggi della serie di Zerocalcare alternano questa varietà linguistica, passando dal dialetto romanesco all’italiano, sia per parlare di cose del quotidiano che per esprimere concetti filosofici.
La varietà dei registri linguistici in Zerocalcare: alcuni esempi
Quando Zero parla delle ragazzine topo (o regazzine, in dialetto) usa l’espressione “n’esperienza soverchiante“, dove mescola l’accento romanesco molto marcato (e biascicato) e l’aggettivo “soverchiante” che appartiene a un registro più alto e formale.
A confermare la bravura di Zero nel passare da un registro all’altro, ci sono le scene in cui è insieme a er secco (il ragazzo secco, il ragazzo magro).
Secco parla in modo quasi incomprensibile, unendo le parole l’una all’altra; esempio di connected speech è devi fà pokeollai (devi fare il poker on line).
Poco dopo quella scena, Secco suggerisce a Zero di smetterla di fare ripetizioni ai ragazzini e di giocare a poker on line per guadagnare soldi velocemente. Vediamo Zero travestito da antico precettore che spiega il motivo per il quale rifiuto l’algido gioco d’azzardo. Algido (che vuol dire freddo) è un aggettivo appartenente a un linguaggio di altri tempi.
Attività didattica per la comprensione del testo
Scarica il file pdf per analizzare e comprendere il seguente testo, tratto da un’intervista di Fanpage a Michele Rech, in arte Zerocalcare.
Le persone che ammiro di più e che mi fanno più ridere al mondo sono le persone che riescono a switchare su registri linguistici diversi, a passare da uno molto aulico a uno molto basso, dialettale. Sono le persone che rispetto di più al mondo. Per me, paradossalmente, il romano è la lingua della comfort zone: io parlo più romano nelle interviste che con mia madre, non perché lo devo ostentare ma perché è la mia questione identitaria, che mi fa sentire trincerato nel mio fortino. (…) Questa cosa di dividere i registri per me è sempre funzionale a raccontare i contrasti: un piano più astratto, quello in cui si fanno discorsi più ampi e di respiro, contrapposto al piano dell’intimo, in cui mi piace che il linguaggio sia più diretto, più aderente a quello che usiamo
Michele Rech in arte ZeroCalcare, intervista a Fanpage
veramente. Tra l’altro, il dialetto non si usa mai nei cartoni animati, nei quali magari, nel caso dei cartoni per adulti, ci può stare la parolaccia. Mi piaceva tanto il fatto di mettercelo dentro.
Italiano della finanza: cosa posso fare per te
Se sei stranier* e vivi e lavori a Roma, sicuramente nella tua giornata lavorativa, anche in contesti professionali formali, qualche tu* collega avrà usato il dialetto romanesco.
Se hai bisogno di capire alcune sfumature del romanesco e come alternare i registri e le varietà linguistiche in ambito lavorativo, contattami per concordare alcune lezioni insieme.