Un governo tecnico è caratterizzato da una non dichiarata identità politica ed è formato da personalità che hanno competenze tecniche specialistiche ed estranee alle forze politiche.
Si ricorre al governo tecnico in particolari situazioni di difficoltà o emergenza e nell’impossibilità di realizzare una maggioranza politica in Parlamento.
Negli ultimi dieci anni l’Italia è ricorsa al governo tecnico per ben due volte: il governo di Mario Monti nel 2011 e quello di Mario Draghi nel 2021.
In tutti e due i casi si è parlato di governo del Presidente, perché sono stati proprio i due Presidenti della Repubblica, nel 2011 Giorgio Napolitano e nel 2021 Sergio Mattarella, ad aprire le porte di Palazzo Chigi a Mario Monti e a Mario Draghi.
Novembre 2011: l’ombra dello spread
Mario Monti, il tecnico, fu chiamato nel 2011 dal capo dello Stato Giorgio Napolitano dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi.
La scelta cadde sull’ex rettore della Bocconi perché la maggioranza di governo, uscita vincente dalle elezioni del 2008, era “evidentemente logorata“.
Successivamente Napolitano fu accusato dal partito del Cavaliere di aver pianificato l’arrivo di Monti a Palazzo Chigi ben prima della scelta di Berlusconi di lasciare. Napolitano ha negato e ha difeso la sua scelta, scrivendo anche una lettera al Corriere della Sera, in cui ha parlato di Monti come risorsa per il Paese e ha definito le ipotesi di complotto come “fumo, soltanto fumo“.
Le tappe che portarono al governo Monti
Nell’estate del 2011, quando cioè gli italiani scoprirono il significato della parola “spread”, erano ormai al culmine le tensioni e i dissensi nel governo tra il Presidente del Consiglio, il ministro dell’economia ed altri ministri.
Il punto di rottura si ebbe con l’arrivo di alcune osservazioni delle autorità europee sulla politica economica che l’Italia avrebbe dovuto seguire per uscire da una situazione di crisi che rischiava di contagiare il resto dell’Eurozona.
L’8 novembre 2011, la Camera respinse il rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato; il differenziale Btp-Bund toccò il suo record storico a quota 574 punti (9 novembre). Berlusconi si rese conto a quel punto di non avere più una maggioranza in grado di sostenere il Governo e tre giorni dopo salì al Colle per dimettersi.
Il 16 novembre il presidente della Repubblica diede a Monti, già nominato Senatore a vita, l’incarico di formare un governo.
La scelta fu apprezzata a livello europeo e lo spread il 6 dicembre scese a 368 punti. Ma l’anno terminò comunque con il differenziale tra Bund e Btp di nuovo sopra quota 500.
Le tappe che portarono al governo Monti le potete leggere anche qui:
Lo spauracchio della Patrimoniale (Livello C2, articolo e podcast)
Quel caldo agosto del 2011 (Livello C2, Articolo e attività didattiche da scaricare)
Lo spread al tempo della crisi (Livello C2, Articolo e attività da scaricare)