Dopo aver ripercorso la storia societaria della Perugina (leggi l’articolo di domenica scorsa), vediamo oggi come nasce lo storico prodotto della casa di Perugia, il Bacio.
Che all’inizio era un cazzotto.
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Riassunto delle puntate precedenti
Luisa Spagnoli fondò nel 1907 la società Perugina insieme al marito Annibale Spagnoli e ad altri soci, tra cui, in posizione marginale, l’imprenditore Francesco Buitoni.
Due anni dopo la società era sull’orlo del fallimento e per questo venne affidata al giovane Giovanni Buitoni, figlio diciottenne di Francesco, che riuscì a rimetterla in sesto grazie a una politica commerciale che aveva permesso alla Perugina di superare il periodo bellico.
L’espansione della Perugina non si arrestò dopo la fine della Prima guerra mondiale, ma nel 1923 Annibale Spagnoli si ritirò dall’azienda a causa di attriti interni.
La lungimiranza di Luisa Spagnoli
Sembra risalire al 1923 l’inizio della storia d’amore tra Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni. Le persone a loro vicine parlano di un legame profondo e riservato.
Luisa Spagnoli, lungimirante e attenta alla vita dei dipendenti dell’azienda, inizia in quegli anni ad impegnarsi per la costruzione di strutture sociali proprio a loro favore, come, per esempio, l’asilo nido nello stabilimento di produzione di Fontivegge.
Non è un caso che da una personalità così generosa e brillante nasca l’idea di un cioccolatino che ha fatto epoca.
Il cazzotto
Si dice infatti che il Bacio sia nato dall’idea di Luisa Spagnoli di impastare, con altro cioccolato i frammenti di nocciola che venivano gettati durante la lavorazione dei dolciumi.
Quel curioso cioccolatino aveva una forma irregolare che ricordava la sagoma di un pugno chiuso, dove la nocciola intera rappresentava la nocca più sporgente.
In poche parole, un cazzotto.
“Scusi, mi dà un cazzotto?”
Amministratore delegato della Perugina e Presidente della Buitoni, Giovanni Buitoni curava molto l’aspetto commerciale e delle vendite.
Aveva immaginato un cliente entrare in un negozio e dire “Scusi, mi dà un cazzotto?”
Per questo, non convinto del nome che la sua Luisa aveva dato al nuovo cioccolatino, lo ribattezzò con il nome che tutti oggi conosciamo.
I primi cartigli apparvero negli anni Trenta, ma non avevano tutta quell‘aura romantica che invece hanno oggi.
Una leggenda narra che Luisa Spagnoli scrivesse brevi messaggi d’amore a Giovanni Buitoni, avvolgendoli attorno ai cioccolatini che gli mandava perché li controllasse.
Nonostante la loro storia non fosse ufficiale, il direttore artistico della Perugina Federico Seneca prese spunto proprio da questo gesto per dare all’involucro con la frase d’amore un’attrattiva commerciale.
Le campagne pubblicitarie
Sul canale youtube del Bacio Perugina si possono vedere le campagne pubblicitarie ideate per promuovere sia il Bacio tradizionale che le sue varianti.
Nonostante i colori accattivanti dell’involucro, e gli accostamenti dei nuovi gusti ricercati e raffinati delle nuove versioni che si sono affacciate sul mercato, il Bacio tradizionale resta insostituibile.
La sua carta argentata con le stelle blu e quel sapore inconfondibile che si scioglie in bocca ce lo ricordiamo sin dalla nostra infanzia, quando spesso il Bacio rappresentava il premio per esserci comportati bene o aver preso un bel voto a scuola.
Oppure durante l’adolescenza quando attaccavamo sul nostro diario di scuola il cartiglio del Bacio che la persona del cuore ci aveva regalato.
E da adulti, quante volte un collega o una collega dopo averci visto di malumore, ci hanno allietato la giornata facendocene trovare uno sulla scrivania?
Perugina e Alitalia
Un’operazione di marketing che merita di essere ricordata è sicuramente quella di Perugina e Alitalia che hanno concepito una divulgazione congiunta per i Baci e il Boeing 747-200 denominato Portofino.
L’aeromobile, che operava sulla rotta Roma-New York alla fine degli anni Novanta, aveva una livrea completamente dedicata al Bacio: il blu al posto del bianco, le bande argentee al posto di quelle verdi e rosse, e la scritta sulla fiancata: “Baci dall’Italia. Baci da Alitalia“.
Qui trovate una foto dell’aeromobile.