A due settimane di distanza dalla dipartita di Diego Armando Maradona, ci lascia anche Paolo Rossi, eroe del Mondiale di Spagna dell’82, dove era approdato dopo due anni di squalifica per il suo ingiusto coinvolgimento nel Totonero, lo scandalo delle scommesse clandestine.
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Sebbene non legato alla materia strettamente finanziaria, ho voluto scrivere questo articolo per parlare di organizzazione di scommesse clandestine (che hanno a che fare con i soldi), per analizzare il forte legame che c’è tra l’Italia e il calcio, e, ovviamente, come omaggio al Pablito del gol.
Spagna 1982
Nell’estate del 1982 avevo 8 anni. A casa mia il calcio lo si seguiva poco ma fu impossibile non farsi prendere dalla febbre mondiale che arrivava dalla Spagna.
Al terzo gol di Paolo Rossi al Brasile, in una sofferta partita vinta 3-2, mi precipitai in balcone per esultare a gran voce insieme a tutti i vicini.
A sedici minuti dalla fine l’Italia era tornata in vantaggio contro il Brasile di Paulo Roberto Falcao (e per noi romani e romanisti questo rendeva la partita ancora più sofferta!)
Da quel momento iniziò la leggenda di una Nazionale che era partita per la Spagna parecchio svantaggiata, molto criticata, e reduce dallo scandalo delle scommesse clandestine.
Le scommesse clandestine
Lo scandalo del calcio-scommesse scoppiò a marzo del 1980.
L’organizzazione del giro di scommesse clandestine era partita dal proprietario di un ristorante di Piazza del Popolo, a Roma, e da un grossista di frutta e verdura, suo fornitore.
Il ristorante era frequentato dai calciatori della Capitale e per questo i due faccendieri riuscirono a stringere accordi con alcuni di loro per truccare i risultati delle partite e guadagnare soldi illegalmente.
Sembra che i due offrissero compensi ai calciatori, in cambio di notizie su risultati sicuri su cui scommettere cifre importanti.
Nonostante l’organizzazione puntuale, i due commercianti accumularono debiti per quasi 200 milioni delle vecchie lire (circa cento mila euro, che per l’epoca erano davvero una gran bella cifra)
Finirono nel mirino della magistratura otto squadre di calcio di serie A, sei di serie B, e trentotto imputati, tra calciatori e membri delle società sportive.
Sebbene non fosse la prima volta nel calcio italiano, il Totonero è considerato il primo grande scandalo del calcio scommesse, per il numero di persone e società sportive coinvolte.
L’inchiesta della magistratura si concluse nel dicembre 1980 con l’assoluzione di tutti i giocatori per non sussistenza del fatto.
Le squalifiche
La giustizia sportiva, però, punì alcune squadre di serie A con la retrocessione in serie B, e diversi periodi di squalifica per 13 calciatori.
La squalifica di Paolo Rossi era a seguito del pareggio della partita Avellino-Perugia (dove lui giocava all’epoca); il risultato era stato concordato, ma lo stesso Rossi non ne sapeva nulla, così come non sapeva nulla dell’esistenza di un giro di scommesse clandestine.
Campioni del mondo!
L’intera vicenda svuotò gli stadi e allontanò gli italiani dalla loro passione più grande. Sembrava l’inizio della fine.
Le prime partite dell’Italia ai mondiali di Spagna attirarono molte critiche.
Poi piano piano quella passione, che si era soltanto assopita, cominciò a risvegliarsi: la vittoria contro l’Argentina di Maradona, squadra campione del mondo in carica; la tripletta di Paolo Rossi al Brasile, il trionfo contro la temutissima Polonia.
A ogni vittoria che ci portava verso la finale di Madrid mi ricordo le strade piene di macchine, i clacson impazziti, mucchi di cinque o sei persone che sbucavano dalle Fiat Cinquecento decappottabili.
Quella contro la Germania Ovest fu una finale indimenticabile, resa ancora più emozionante dall’entusiasmo del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, la cui vitalità travolse tutto lo stadio.
Italy against all odds
Su Netflix si può vedere una serie documentario dal titolo Becoming Champions: racconta il cammino delle Nazionali diventate campioni del mondo più volte. Il secondo episodio, dedicato all’Italia, si intitola Italy against all odds, l’Italia contro ogni previsione ed è più che mai appropriato.
L’Italia, nel bene e nel male, va sempre contro ogni previsione. E non solo nel calcio.
Nel 1982 in Spagna (e anche nel 2006 in Germania) l’Italia era partita in sordina, proprio per gli scandali del calcio scommesse. Eppure, partita dopo partita, ci hanno regalato notti davvero magiche e impossibili ancora oggi da dimenticare.
Nel 1990 l’Italia padrona di casa partiva super favorita, ma forse quella troppa sicurezza e l’Argentina di Maradona ci spensero tutti gli entusiasmi nella semifinale allo Stadio San Paolo di Napoli (oggi intitolato a Diego Armando Maradona).
E questo non avviene solo nel calcio.
Siamo un paese dalle mille risorse e dalle innumerevoli contraddizioni.
Nessuno avrebbe mai pensato che durante la prima ondata di Covid-19 saremmo diventati un modello di organizzazione e comportamento per l’Europa e per il resto del mondo.
Eppure lo siamo stati nella prima ondata e continuiamo ad esserlo nella seconda.
Contro ogni previsione.